IL GATTOPARDO DI PALMA DI MONTECHIARO il Paese dei Tomasi di Lampedusa ( AG) Cultura, Mare e Sapori sulle tracce del Gattopardo , GITA IN BUS €.20,00 P.P.
Citta': Palma di Montechiaro
Provincia: Agrigento
Regione: Sicilia
Categoria: EVENTI CULTURA
Posti disponibili (ONLINE): 39
Stato: NON PRENOTABILE -- Chiamare per maggiori informazioni
EURO 20,00
PPROGRAMMA:
Ore 07,45 Raduno Partecipanti Piazzale Giotto
Ore 08,00 Partenza Bus
Ore 10,15 Arrivo a Palma di Montechiaro (AG)
ORE 10.30 circa Inizio percorso visite con Guida o accompagnatore, con raduno in Piazza S. Rosalia, sulle tracce dei luoghi del Gattopardo
Ore 13.30 Pranzo Libero
Ore 15,30 Partenza per il Castello Chiaramontano
Ore 17.00 Partenza per Palermo
Ore 20,00 circa Arrivo a Palermo
N.B. Ingressi ai siti museali Facoltativi, Accompagnatore e Guida potrebbero essere dall' Amministrazione Comunale Da verificare in loco
PROGRAMMA VISITE:
- visita al Palazzo Ducale, che ospita attualmente al piano terra la sede della Biblioteca Comunale. Al piano superiore vi è l’infilata di stanze, che conduce alla famosa "Sala del camino" ed alla "Sala dello stemma ducale dei Tomasi". Da ammirare i soffitti lacunari lignei dipinti, che ricoprono le otto sale del primo piano e corrono su due fasce parallele, una verso il mare e l’altra verso la collina. Si distinguono i soffitti delle sale delle armi, degli Ordini militari equestri e religiosi, fino alla sala dello stemma ducale … Donnafugata era ormai vicina con il suo palazzo (…) con i ricordi dei suoi antenati santi, con l’impressione che essa dava di perennità dell’infanzia, anche la gente lì era simpatica, devota e semplice … (pag. 75 del romanzo)
- Visita alla Chiesa Madre, attribuita al gesuita Angelo Italia (1628-1700). Presenta un impianto a croce e a tre navate ed una facciata barocca, realizzata con conci di pietra calcarea, stretta da due torri campanarie con cupolette a doppia curva su base ottogonale. All’interno custodisce le tele di Domenico Provenzani, l’organo scolpito dal padre Calogero ed un ampio presbiterio cinto da splendide inferriate. La Chiesa Madre era il luogo in cui, per tradizione, la famiglia Salina doveva assistere al Te Deum ... come voleva un antichissimo uso, prima di mettere piede in casa dovevano assistere a un Te Deum alla Chiesa Madre. Questa era del resto a due passi e ci si diresse lì in corteo … il duomo era stipato di gente curiosa fra le sue tozze colonne di marmo rosso; la famiglia Salina sedette nel coro e durante la breve cerimonia don Fabrizio si esibì alla folla stupendo … (pag. 78 del romanzo). Il duomo si erge su una lunga scalinata poligonale ed è affiancato da due oratori: quello del Santissimo Sacramento e quello della Vergine del Rosario.
- Visita al Monastero delle Benedettine, sede delle monache di clausura. Costruito fra il 1653 e il 1659, inglobò il primitivo palazzo ducale e accolse con la regola cassinese le figlie e la moglie di Giulio Tomasi di Lampedusa. Infatti, ospita al suo interno la cella e le reliquie di Suor Maria Crocifissa (Isabella, figlia di Giulio, adombrata nella figura letteraria della Beata Corbera), i cimeli della lettera che il diavolo le propose invano di sottoscrivere ed il sasso che le scagliò contro … Abitudini secolari esigevano che il giorno seguente all’arrivo la famiglia Salina andasse al Monastero di Santo Spirito a pregare sulla tomba della beata Corbèra, antenata del Principe, che aveva fondato il convento, lo aveva dotato, santamente vi era vissuta e santamente vi era morta. Il monastero era soggetto a una rigida regola di clausura e l’ingresso era sbarrato agli uomini. Appunto per questo Don Fabrizio era particolarmente lieto di visitarlo, perchè per lui, discendente diretto della fondatrice, l’esclusione non vigeva … in quel luogo tutto gli piaceva, cominciando dall’umiltà del parlatorio rozzo con la sua volta a botte centrata dal Gattopardo, con le duplici grate per le conversazioni, con la piccola ruota di legno per far entrare ed uscire i messaggi … (pagg. 97 e 98 del romanzo). Si erge su una gradinata semicircolare ed è ancora possibile gustare i biscotti ricci di pasta di mandorle preparati dalle monache e tanto adorati dal Principe Salina ... gli piacevano i mandorlati che le monache confezionavano su ricette centenarie, gli piaceva ascoltare l’Uffizio del coro … (pag. 98 del romanzo). Dal portico sottostante alla massiccia torre campanaria si accede alla chiesetta Maria Santissima del Rosario, ricca di un patrimonio di paliotti finemente ricamati dalle abili mani delle suore. Splendido il soffitto ligneo a lacunari, composto con ritmo geometrico in forma di croce e di triangolo, legati dal tema continuo di una doppia treccia color argento.
- Visita al Palazzo Municipale, ex convento dei Padri Scolopi, che ne fecero la sede dell’istituto delle Scuole Pie, una vera e propria Università frequentata dai rampolli dell’aristocrazia isolana. Oggi rappresenta la sede del Municipio ed ospita un imponente chiostro a pianta quadrangolare. Annessa è la Chiesa Sacra Famiglia, con la quale costituisce un unico complesso architettonico.
Pausa Pranzo Libero o a Sacco - ore 13,30
In ogni caso:
Sono presenti sul territorio diversi ristoranti dove poter pranzare, in una location confortevole, degustando piatti tipici locali.
Tra questi il Ristorante-Pizzeria "Vecchio Mulino" offre la possibilità di degustare il "Menù del Principe", curato dallo Cheff Rosario Falsone, con la volontà di proporre le pietanze servite durante la cena organizzata per accogliere l‘arrivo del Principe Salina al "Palazzo addormentato di Donnafugata". Tra i piatti proposti vanno indicati, per la loro unicità: il timballo di maccheroni ed il coniglio ripieno aromatizzato con mirto.
“…un torreggiante timballo di maccheroni, ….L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.”
Dopo Pranzo:
Passeggiata naturalistica con visita al Castello Chiaramontano
- Tra i diversi castelli chiaramontani in Sicilia, quello di Palma di Montechiaro è il solo edificato su un costone roccioso a picco sul mare. Realizzato nel 1353 fu, per la sua posizione strategica, di grande importanza nella storia della lotta contro i pirati. Dopo la morte di Andrea Chiaramonte e la confisca di tutti i suoi beni, il Castello passò alla famiglia Moncada, che ne cambiò il nome in Montechiaro, con il chiaro intento di cancellare la memoria dei precedenti signori. Dopo vari passaggi, il Castello perviene nel XVII secolo, alla famiglia Tomasi. Abbandonato al degrado per parecchio tempo, solo di recente è stato restaurato e custodisce all’interno della sua cappella la statua della Madonna, attribuita ad Antonello Gagini. Statua alta 70 cm, realizzata in marmo e ricoperta d’oro, per devozione, dai fedeli. Una leggenda narra che la statua, sottratta dai vicini abitanti di Agrigento, fu riportata dai Palmesi nel Castello dopo una lunga e furibonda lotta. Ad avvalorare tale fatto è il nome dato ad un corso d’acqua, che da allora fu indicato come il "vallone della battaglia".
LE CONFERME: Possono avvenire fino a 3 gg, per consentire di raggiungere il numero minimo di partecipanti, salvo diverse decisioni da parte dell’organizzazione. Ci riserviamo di annullare l’evento a 36 ore dalla partenza per il non raggiungimento del minimo dei partecipanti previsto per ogni evento/concerto. Previa la restituzione totale saldo al cliente
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